LIBRERIA RINASCITA, Ascoli Piceno - IO COME FILOSOFO ERA STATO DUBBIO. LA RETORICA DEI «DIALOGHI» DI TASSO di ROSSI MASSIMO

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IO COME FILOSOFO ERA STATO DUBBIO. LA RETORICA DEI «DIALOGHI» DI TASSO di ROSSI MASSIMO

SCIENZE SOCIALI E UMANE - STUDI LETTERARI

IO COME FILOSOFO ERA STATO DUBBIO. LA RETORICA DEI «DIALOGHI» DI TASSO

LA RETORICA DEI «DIALOGHI» DI TASSO

di ROSSI MASSIMO

IL MULINO , 2008

IL MULINO/RICERCA

€ 23,00

Reperibile in pochi giorni

Anno di pubblicazione
2008
Pagine
263 p.
Codice ISBN
9788815121776

I dialoghi del Tasso rappresentano un continente pressoché sconosciuto della letteratura italiana del Cinquecento. Alla loro fortuna critica poco ha giovato nei secoli la patina di erudizione che li rende di non facile lettura. Basta però superare questa barriera iniziale per scoprire che funzionano come i sileni di Alcibiade: statuine dall'apparenza sgraziata che tuttavia al loro interno rivelano tesori inaspettati. Questo studio ne propone una nuova lettura sia interpretativa che filologica. Il momento fondativo della scrittura dialogica viene individuato nella vicenda della reclusione in Sant'Anna (1579-86) e nella rappresentazione che Tasso offre di sé come nuovo Socrate. Pur se non ne possiede la statura intellettuale, egli rivendica a sé tale immagine in funzione implicitamente apologetica, sullo sfondo dei rigori inquisitoriali di fine secolo. Muovendosi fra fonti letterarie e filosofiche, Rossi illustra poi l'orientamento retorico dei dialoghi in relazione ai destinatari e la loro costruzione letteraria "ingegnosissima", volta alla meraviglia barocca. Propone infine una nuova cronologia degli ultimi dialoghi, che contribuisce a chiarire la parabola intellettuale dell'ultimo Tasso.

Fra letteratura, retorica e filosofia, una nuova interpretazione del poeta della «Gerusalemme liberata». I dialoghi di Tasso rappresentano un continente pressoché sconosciuto della letteratura italiana del Cinquecento. Alla loro fortuna critica poco ha giovato nei secoli la patina di erudizione che li ricopre, rendendoli testi di non facile lettura. Basta però superare questa barriera iniziale per scoprire che funzionano come i sileni di Alcibiade: statuine dall'apparenza sgraziata che, aperte, rivelano tesori inaspettati, capaci di emozionare chi li guarda. Questo saggio ne propone una nuova lettura sia interpretativa sia filologica. Il momento fondativo della scrittura dialogica viene individuato nella vicenda della reclusione in Sant'Anna e nella rappresentazione che il Tasso offre di sé come nuovo Socrate. Egli non ha la statura intellettuale del filosofo di professione ma rivendica a sé questa immagine in funzione implicitamente apologetica, sullo sfondo dei rigori inquisitoriali di fine secolo. Districandosi tra fonti letterarie e filosofiche, Rossi illustra poi l'orientamento retorico dei dialoghi in relazione ai destinatari e la loro costruzione letteraria "ingegnosissima", volta alla meraviglia barocca. Propone infine una nuova cronologia degli ultimi dialoghi che contribuisce a chiarire la parabola intellettuale del Tasso. * Massimo Rossi è Post-doctoral Research Fellow al Department of Italian Studies dell'Università di Reading (UK). Si è perfezionato in letteratura italiana alla Scuola Normale di Pisa nel 2005 ed è stato borsista dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli. Ha pubblicato contributi su "Italianistica", "Studi Tassiani", "Lettere Italiane", e sugli "Annali dell'Istituto Croce".

Titolo

IO COME FILOSOFO ERA STATO DUBBIO. LA RETORICA DEI «DIALOGHI» DI TASSO

Sottotitolo

LA RETORICA DEI «DIALOGHI» DI TASSO

Autore

ROSSI MASSIMO

Illustratore

0

Editore

IL MULINO

Collana

IL MULINO/RICERCA

di pubblicazione

2008

ISBN

9788815121776

Pagine

263 p.

Volumi

1